Tra coerenza e autocelebrazione

"Con la recente scomparsa del Santo Padre, abbiamo assistito a un’ondata di cordoglio da parte di cittadini, cattolici e politici di ogni estrazione. Tuttavia......"

Con la recente scomparsa del Santo Padre, abbiamo assistito a un’ondata di cordoglio da parte di cittadini, cattolici e politici di ogni estrazione. Tuttavia, questo dolore collettivo sembra spesso trasformarsi in un’occasione di mera speculazione mediatica. È come quando da bambini si diceva di qualcuno più grande: “Cudd je amic a meje!” – un modo per vantarsi di una connessione personale.
Nel nostro territorio, si è scatenata una corsa a pubblicare foto “in memoria” di incontri con Francesco, quasi a voler dimostrare una condotta coerente con la sua testimonianza apostolica. Ma mi chiedo: questa testimonianza, perché sembra sempre lanciata nel vuoto? Perché non lascia un segno tangibile nella comunità?
Intanto, i “poveri cristi” continuano a lottare ogni giorno per sopravvivere, mentre chi li governa si arricchisce con emolumenti corposi. I deboli restano vittime delle angherie dei prepotenti, agevolati, volontariamente o meno, da chi detiene il potere.
E allora mi rispondo: tra il dire e il fare c’è di mezzo un mare… di incoerenza. Si cerca di apparire santi, ma spesso si finisce per essere peggiori degli scribi e dei farisei.